> "ma tanto protestare non serve a nulla"
«In politica, indifferenza è soddisfazione. L'etichetta di
disimpegnato non è altro che l'espressione velata, ipocrita, passiva
dell'appartenenza al partito dei satolli, dei governanti, degli sfruttatori»
(Vladimir Lenin).
«Cercando l’impossibile, l’uomo ha sempre realizzato e
conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che
sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo» (Michail Alexandrovič
Bakunin, Considerazioni filosofiche sul fantasma divino, il mondo reale e l’uomo,
traduzione di Edy Zarro, La Baronata, Lugano 2000).
«Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere
partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.
L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò
odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza
opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è
ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i
piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che
succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini
abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà
abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà
rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da
alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora,
perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto
e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale,
un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e
chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi
indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente,
ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se
avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è
successo?
«Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
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