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lunedì 29 gennaio 2024

Sulla disonestà degl'italiani

 Pubblicato qui: https://www.facebook.com/concetta.amitrano.3/posts/pfbid02iUyCwfTxApHKobZdS3oPWVNyKdGqcdkmrddSDaYngH7DEompcrkDDN9ELFz7ZfT9l?comment_id=215189898252038 .

[Io vorrei fare solo una domanda agli Italiani, solo una... Perché amate i ladri e odiate gli onesti?]

Perché sono in massima parte vιglιαcchι e trαdιtοrι.

Durante il periodo romano, la cittadinanza aveva un ferreo rispetto delle istituzioni: Publio Cornelio Scipione Africano fu inquisito da Marco Porcio Catone, detto il Censore, per il semplice s-o-s-p-e-t-t-o di aver ricevute somme enormi da Antioco III, sovrano dell'impero seleucide. In realtà Scipione aveva semplicemente risparmiata la vita ad Annibale, in quanto il generale s'era dimostrato un valoroso avversario (battaglia di Zama); nessuna mazzetta, tangente o similia fu mai fatta scivolare nelle tasche di Scipione. Tuttavia anche quel semplice sospetto condusse l'eroe d'Africa all'esilio.

Quando l'Impero Romano cadde, il territorio fu conteso da sovrani solo di nome, ma non di fatto (vedi la dinastia merovingia in Francia, detta dei "re fannulloni"); il risultato fu un periodo oscuro, in cui però gl'italiani impararono ben presto a barcamenarsi semplicemente rendendosi servi ora dell'uno ora dell'altro sovrano. Da allora il metodo s'è guadagnata una reputazione altissima: i servi del potere potevano e tuttora possono contare su prebende, privilegi, provvigioni, licenze d'ogni tipo – ma sempre rigorosamente illegittime, irregolari, ingiuste.

Oggi la situazione è rimasta la stessa: non esiste una collettività, una società, una cittadinanza (due secoli fa Alessandro Manzoni parlava di un «volgo disperso che nome non ha»). È come se qualcuno avesse messo ad arrostire un maiale bello grasso sulla brace, e gl'italiani s'ingegnassero di strappare via dalla carcassa il pezzo più grosso, fregandosene dell'amico, del collega, finanche del parente – dimostrandosi perciò prontissimi a trαdιrε chiunque, prole compresa.

Oggi eccoci qui: ιndιscιplιnαtι, mαlεdυcαtι, ιgnοrαntι (perché l'italiano non parla in italiano: usa questa lingua strana quando è obbligato o gli è necessaria, poi però torna a parlare il suo dialetto) ma soprattutto, come ho detto, vιglιαcchι e trαdιtοrι.

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