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sabato 20 gennaio 2024

Sull'inerzia e la condiscendenza popolare al potere

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> Ma dove eravamo

Se credi alle mie parole. Io c'ero. Per fare un esempio, ero presente alla famosa manifestazione del 2 ottobre 1992 con il mio sindacato https://www.facebook.com/stefano.stronati.66/posts/pfbid0wDSz4rbwZMxfDgJKRFjY9Bpy9Qm3xC175Hc25R7u6VwhAzqLshQwjRRWpLFgAYeKl?comment_id=2664002723812668 , quando il servizio d'ordine della CGIL prima malmenò gli studenti che contestavano appunto l'atteggiamento concertativo dei sindacati, poi si fece dare manforte dai reparti della Celere della polizia. Una vergogna infinita, della quale tutti, da destra a sinistra, fingono di aver dimenticato.

Come sindacato abbiamo seguita tutta la trasformazione della scuola da luogo di formazione a luogo d'informazione https://contropiano.org/documenti/2015/04/29/smantellamento-della-scuola-pubblica-una-cronistoria-per-capire-quando-e-cominciato-030480 , da luogo di conoscenza a luogo di competenza. Abbiamo tentato di convincere docenti, genitori, studenti a protestare contro una simile trasformazione: ora, pazienza gli studenti che forse a sedici anni possono avere delle difficoltà a capire certe trappole politiche; ma la più gran parte dei genitori capivano e capiscono tuttora solo la promozione, la sufficienza, il minimo sforzo per il minimo risultato – dimostrandosi così meno maturi dei proprî stessi figli https://www.oggiscuola.com/web/2020/06/05/ammaniti-i-genitori-di-oggi-sono-adultescenti-vivono-unadolescenza-eterna-e-danneggiano-i-figli/ (non sto esagerando: so di diciottenni che si svegliano dieci minuti prima di uscire di casa, non fanno neanche colazione per poter poltrire nel letto fino all'ultimo: alla faccia dell'impegno, della maturazione, finanche dell'alimentazione sana).

La vera delusione viene dai docenti, coloro cioè che dovrebbero essere i primi protagonisti della scuola: la più gran parte di loro si disinteressa di t-u-t-t-o, al massimo si limitano a bofonchiare qualcosa con il collega simpatico durante la ricreazione davanti al distributore del caffè – ma rigorosamente senza agire, quasi che la cosa non li riguardi (forse perché hanno il posto di lavoro fisso?); gli altri, quelli che delegano l'impegno ad altri, rimangono ancorati al "sindacato di sinistra" qualunque nefandezza esso compia, diventando così complici del sistema: tanto, nessuno mi può fare niente. In realtà non è così: dal 1993 il blocco delle assunzioni ha portata l'età media del corpo docente sopra i sessant'anni, e oggi che bontà loro finalmente qualcuno è stato assunto ci troviamo con un gap generazionale assurdo, passando appunto dai docenti prossimi alla pensione, e quindi per forza di cose lontani dalle nuove generazioni, ai docenti neolaureati, privi di qualsiasi esperienza di come approcciare gli studenti.

A questo aggiungiamo che gli stipendî degli ultimi trent'anni sono rimasti immobili – non lo dico io, sia ben chiaro: https://www.iltempo.it/economia/2022/07/02/news/stipendi-italia-busta-paga-salario-confronto-unione-europea-ocse-guadagno-diminuzione-classifica-32246251/ , https://www.iltempo.it/attualita/2022/07/02/news/aumento-prezzi-paragone-oggi-passato-inflazione-dati-choc-casa-cibo-auto-pane-pizza-32246289/ , https://www.iltempo.it/economia/2022/07/02/news/inflazione-italia-economia-rincari-aumento-prezzi-costo-vita-1986-causa-energia-guerra-32246092/ . Sto parlando del Tempo, non di chissà quale testata anarchica, sovversiva, contestataria; e se se n'è accorto il Tempo, il giornale di Gianni Letta, di Maurizio Belpietro e del Gruppo Caltagirone, evidentemente la situazione dev'essere proprio grave.

Tuttavia il popolo, quello più esposto all'involuzione sociale, culturale, economica; il popolo, sia esso acculturato o ignorante, borghese o proletario, liberale o socialista, è il grande assente in questa società. Indro Montanelli disse che «La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi»; Leonardo da Vinci disse «Oh, miseria umana, di quante cose per danari ti fai serva!»; concludo con Dante Alighieri «Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello!». Una riflessione che, per quanto lontana nel tempo, ci aiuta a comprendere quanto il popolo italiano non esista.

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