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mercoledì 20 luglio 2022

Sulle identità di genere, e la loro trascrizione

Pubblicato qui: https://www.facebook.com/NOALSESSISMO/posts/pfbid02VjRG2Gtd6wJU9V4QvBykasYfQk33NH6tPLek7RfMDm4GRwTrNfsWeTE3g2TGGR7Ql?comment_id=1089415798449189 .

Una delle motivazioni che mi hanno reso insofferente verso la 'vil razza dannata' umana è la religiosità, intesa sia come convinzione che esista una sorta di realtà parallela (l' 'ambiente' spirituale) abitata da esseri superiori – i quali però stranamente moraleggiano, sia come assoluta completa e incontrovertibile certezza di essere i latori della volontà degli esseri testé citati, e che chiunque si osi opporre alla loro volontà debba essere represso e punito, in alcuni casi fino alla morte.

Mi spiego. Mai, dico mai avrei pensato un giorno di dover spiegare che i sessi biologici sono due, maschile e femminile. Mai mi sarei aspettato di sentir proferire che uomini e donne sono uguali, talmente tanto uguali da poter competere nelle stesse categorie atletiche e frequentare gli stessi bagni pubblici: semmai sono pari in punta di diritto, ma è altro tema. Mai mi sarei aspettato di sentir dire che usando il neutro si esaltino le differenze: mi sembrava evidente per sé che usando lo stesso termine per due (o più) fattispecie diverse la conseguenza sia di smussare, ridurre, appiattire le differenze. Tuttavia, se a stabilire tutte queste condizioni è un io grande quanto il mondo, ebbene ecco come situazioni assurde possano facilmente assurgere a livelli da parola di dio.

Per questo ho decise le mie posizioni.

Continuerò a usare la parola 'donna'. Continuerò a usare la parola 'uomo'. Continuerò a usare parole veramente comprensive, quali umanità, cittadinanza, gioventù (lavoro in un Liceo), corpo nel senso elettorale, studentesco, cittadino. Accetterò termini (inteso, parole) che permettano di distinguere tra le mille sfaccettature della psiche umana – e in parte anche della biologia, come per esempio ermafroditismo, disgenesia gonadica, sindrome da insensibilità agli androgeni e altri termini medici; ma conoscendone il significato, non soltanto lanciandoli come coriandoli di carnevale in mezzo a una discussione.

Continuerò a combattere per il riconoscimento di tutte le identità – in punta di diritto. Soprattutto combatterò contro le proposte farlocche, modaiole, chiacchiericcie il cui unico risultato è l'apparenza: quindi sarò contro l'uso dello schwa ə e dell'asterisco *, sia perché evidentemente impossibili da pronunciare sia perché inutili orpelli, festoni, fronzoli se raffrontati al sostanziale diritto umano del singolo.

A latere. Ecco perché combatto la (autoproclamata) santa romana chiesa, che da secoli si arroga il diritto di stabilire chi, come, dove quando perché e se fare quel che più aggrada me e chiunque altro. Continuerò a rinfacciare ai corvi neri (i preti) che in Spagna esiste il matrimonio egualitario da più di dieci anni, e nessuna delle più nere e fosche profezie si è realizzata, tranne una: sollevare agli onori della santità un collaborazionista falangista quale fu monsignor Josemaría Escrivá de Balaguer. Una cosa di cui da cristiano all'epoca mi vergognai, fino al giorno in cui chiesi di cancellare il mio nome dall'elenco dei battezzati (ecco un'altra cosa buona e giusta da fare per contrastare il patriarcato: altro che asterischi).

P.s.: quanto poi a chi si sente così o cosà. Sarà mia cura contrattare il rapporto interpersonale con ogni singolo caso: questo perché ognuno ha diritto di scegliere la propria via per il mondo, e da ciò ne discende l'ascolto e il rispetto; nondimeno, dalla rivendicazione del buon diritto a esistere a imporre la propria visione al mondo ne corre, oh se ne corre. Per ottenere questo clamoroso risultato basterebbe usare una semplice procedura: si chiama 'dialogo', basta fare un po' di pratica che può diventare patrimonio di chiunque appartenga alla specie umana, sempre che abbia voglia di migliorare, di crescere, di ampliare la propria mente.

In chiusura del testo, mi fa piacere sottolineare l'assoluta assenza nel mio scritto sia di simboli estranei all'alfabeto latino sia di riferimenti espliciti all'uno o all'altro sesso, tranne per le parole 'donna' e 'uomo' usate però in senso grammaticale. Come diceva una vecchia pubblicità: basta poco, che ce vô'? 🙂

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