> “C’è una crepa in
> ogni cosa. Ma è da
> lì che entra la luce”.
No, non più. Perché quest'oscurità piace a tutti, li fa sentire innocenti dinanzi alle proprie responsabilità di adulti, persone, attori della propria esistenza.
Non sono stato io, non ho fatto niente, non potevo fare niente. È falso. Ognuno di noi è responsabile della propria percentuale, per quanto piccola; ognuno ha fatto qualcosa per andare in questa direzione, cioè in discesa; ognuno avrebbe potuto fare qualcosa, ma la più gran parte non l'ha fatta.
Il risultato è che la somma di tutte quelle piccole percentuali d'irresponsabili ha creato una maggioranza assoluta simil bulgara; da cui, secondo me, sarà già una fortuna se ci rialzeremo in parte. Ma i danneggiamenti, le occasioni perdute, le opportunità mancate; quelle saranno andate per sempre.
E nessuno sarà chiamato a rispondere. Perché tutti sono responsabili, e ovviamente non si possono condannare tutti i membri di una società. Resteranno solo le conseguenze delle proprie azioni; ecco, questa sarà la condanna – terribile, draconiana, inflessibile.
Io non ci sarò; ma mi piace pensare al momento della resa dei conti. A nulla servirà chiamarsi innocente, a nulla servirà lamentarsi, a nulla servirà fingere. Sarà troppo tardi, ormai.
Auguri per l'anno venturo.
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