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Io ebbi la ventura di vivere questa situazione con mia madre – eh sì, son poche ma esistono anche le madri che odiano (e i padri alcolizzati, ma questi forse sono più frequenti).
Avrete già capito da voi che con quel genere di essere umano qualsiasi trattativa fosse impossibile: sicché andai a vivere in camera in affitto, presso una famiglia dove il vecchio patriarca aveva subito un incidente, e la consorte affittava per pagare le cure. Col tempo essi diventarono la mia famiglia d'adozione, e fino a poco fa la primogenita m'ha inviati gli auguri di buon anno – che a questo punto estendo a tutti. 🎊
Quanto all'ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff (in origine il nome del vincitore della Battaglia di Lissa, Terza Guerra d'Indipendenza italiana, 20 luglio 1866; ma io lo feci diventare il soprannome di mia madre), rimase sola in quella casa – mia sorella era fuggita via da tempo. Quando giunse il giorno di stipulazione del contratto di compravendita, in un primo momento ella si mise in testa che avrebbe dovuto prima prendere le proprie piante: ciò non ostante che l'acquirente, pover uomo!, giurasse che le avrebbe permesso l'ingresso in qualunque momento: ma oggi, c'è l'appuntamento dal notaio, devono essere consegnate le chiavi. Quando minacciai – molto velatamente, che io sarei andato all'appuntamento da solo, finalmente si dispose a ragionare.
P.s.: tempo dopo, parlando con la mia avvocata (altra santa donna), ci facemmo una bella risata ricordando che io sul momento la chiamai al telefono mobile, disperato: «Anna, non mi sono spiegato. Sono nascosto dietro al camion dei trasportatori: che cosa devo fare»; ma sul momento stavo impazzendo.
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