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lunedì 27 febbraio 2023

Sull'Unione Europea

 Pubblicato qui: https://www.facebook.com/erminio.pierangelini/posts/pfbid02DvPqfrRryPCBz99x8T7EK6DKqwHA3g3dNEFo238kzUg95s7LJmar1NVjEtnVZ5Cul?comment_id=1219793262244032 .

L'Unione Europea è un'accozzaglia di ιpόcrιtι, άvιdι e per certi versi anche mαlvάgι affaristi come poche volte siamo riusciti a vederne così tanti assieme su questo pianeta. Perché almeno negli Stati Uniti d'America (che quanto a qualità pessime è in ottima posizione) sono riusciti ad adottare una lingua – l'inglese, una moneta – il dollaro, e un'unica legislazione del lavoro; non solo, la più gran parte dei cittadini è orgoglioso di essere parte di "una grande nazione", sebbene essa si sia formata sulle ossa degli uomini rossi e neri.

Qui, invece, non siamo riusciti a promulgare una sola moneta –  sono ancora in vigore  la corona svedese, lo złoty polacco, la corona ceca, la corona danese, il fiorino ungherese e il leu rumeno e fino a poco tempo fa finanche la dracma greca e la sterlina britannica, non siamo riusciti a promulgare una sola lingua – poi ci lamentiamo che i nostri studenti non voglio studiare il latino, ma soprattutto non siamo riusciti a promulgare una sola legislazione del lavoro. Il risultato è che dall'oriente europeo (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e soprattutto Bulgaria e Romania, tradizionalmente paesi poveri) sono arrivati in Europa* frotte di lavoratori abituati a pagamenti notevolmente inferiori, che hanno permesso loro di vivere nel proprio paese come faraoni e nel contempo hanno provocato un terremoto nel mondo del lavoro autonomo occidentale.

Se a questo aggiungiamo la vera e propria cαrοgnάtα fatta alla Grecia (da cui ci siamo salvati per pochissimo), abbandonata a sé stessa come se non facesse parte dell'Unione, è ben comprensibile per quale motivo tanti e tanti cittadini si sono disamorati della propria appartenenza. Ricordo ancora quello schιfόsο cιccιόnε di Romano Prodi (e l'altra mύmmια ιncαrtαpεcοrίtα di Carlo Azeglio Ciampi) che nel 1999 provò a raccontarci la fesseria secondo cui "Con l'euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più": quante parolacce j'ho mannate! Mi ricordo che un anno prima della circolazione ufficiale la mia banca mi chiese se avessi voluto il conto in euro: io risposi che avrei voluto mantenere la lira finché fosse stato possibile, unico flebile e solitario messaggio politico negativo che mi fu permesso di emettere. Inutile dire che fui facile profeta: https://newsprima.it/attualita/vent-anni-euro-come-cambiata-vita-degli-italiani/ .

* Intendo qui per Europa quella centro-occidentale, dove cioè l'economia era migliore rispetto ai paesi che ho elencati.

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