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venerdì 17 settembre 2021

Sulla lotta al traffico di stupefacenti

 Scritto in privato su Facebook a Cristina Pipoli, sabato 11 settembre 2021 alle ore 00:30 https://www.facebook.com/messages/t/100001385651668 .

Sento parlare di tossicodipendenza da quando andavo alle medie inferiori, sono più di quarant'anni; e in questi quarant'anni ho osservato che le Forze dell'Ordine hanno sequestrate tonnellate di sostanze stupefacenti, ma ho anche osservato che il numero di consumatori è sempre aumentato.

È abbastanza semplice capire che è impossibile, inutile, irrealizzabile riuscire a 'salvare' chi desidera il male. Gli sforzi delle polizie di tutto il mondo si scontrano sia con i trafficanti, sia con i consumatori: è un assedio, dove la vittoria si allontana giorno per giorno. Anche la lotta alla produzione, tentato all'epoca dagli Stati Uniti, si è rivelato un fallimento totale: quale campesino boliviano rinuncerebbe a produrre coca, per produrre caffè – quando lì a due passi c'è il colosso brasiliano che ne produce a tonnellate?

Avrai sentito dire che a Roma alcune famiglie di Rom abruzzesi (Casamonica, Di Silvio, Spada https://it.wikipedia.org/wiki/Clan_dei_Casamonica ) si dedicano ad attività criminali: usura, rapina e ovviamente spaccio di stupefacenti. Sai chi sono i principali acquirenti del loro spaccio? Le famiglie 'bene' di Roma (a partire dai nostri amati parlamentari https://droghe.aduc.it/notizia/italia+terzo+dei+parlamentari+fa+uso+droghe_84599.php ), che hanno immediatamente approfittato del 'dumping' (vendita sottocosto https://it.wikipedia.org/wiki/Dumping ) del 'prodotto' operato dalle famiglie Rom; e ovviamente queste stesse famiglie li proteggono, li sostengono, li foraggiano.

Inutile dire che di cotanto 'buon mercato' approfittano anche ragazzi, uomini e donne comuni. Orbene, che cosa mai dovranno fare tutti questi 'clienti' con tanto materiale? Semplice: andare in discoteca. Anche l'immagine del tossicodipendente si è modificata nel tempo: non esiste più il 'drogato', buttato in un angolo pulcioso e maleodorante a iniettarsi la morte nelle vene: oggi la sostanza è polverosa, quindi niente cucchiaino, accendino, sciogliere, soluzione, siringa, rischio d'infezioni eccetera; è priva del rischio della dipendenza fisica, al contrario di quella precedente, quindi ne assumi quanta ne vuoi, quando vuoi.

[Nota: al contrario anche dell'alcol, il quale quanto a dipendenza e danni fisici compete pacificamente sia con l'eroina sia con la cocaina; tuttavia, per motivazioni storiche che io trovo abbastanza stupide, i superalcolici sono regolarmente venduti in drogheria: io stesso, che pure d-e-t-e-s-t-o l'alcol, quando mi sale la glicemia ne prendo un bicchierino di contrasto.]

Per quanto ti sembri assurdo, oggi il consumatore comincia a frequentare le discoteche (e quindi ad assumere) ad aprile-maggio con la bella stagione, per smettere a settembre-ottobre con l'arrivo della brutta stagione. Ha smesso di essere 'vittima' del vizio, può interrompere quando vuole e come vuole: quindi se volesse, potrebbe smettere domani, questa sera, adesso. Perché non lo fa? Perché gli piace: si diverte, balla, è brillante, ha la battuta pronta, insomma la vuole assumere; del domani si fa beffe, sarà quel che sarà, meglio un giorno da leoni. E io commento: caspita, che leone...

Ecco perché sono per la liberazione del commercio: basta con le immagini stereotipate, basta con la mano tesa in soccorso, basta con questo stato-mamma che tanto si prodiga contro la volontà del cittadino stesso. Dal punto di vista sociale avremmo maggior libertà della polizia, minor costo del prodotto ma soprattutto minor criminalità, dal momento che, finito il rischio del carcere, chiunque si metterà a vendere financo agli angoli delle strade. Certo, i consumatori aumenteranno: ma secondo me il ritorno sociale sarebbe nettamente superiore.

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