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martedì 23 marzo 2021

Sulla riproposizione del servizio militare obbligatorio

 Pubblicato qui: https://www.facebook.com/groups/1035583546533411/permalink/4210355289056205/?comment_id=4212765715481829 .

Ma infatti, questo Paese non merita di essere annoverato tra i civili: i suoi cittadini non conoscono la propria lingua, non conoscono la propria situazione politica, sociale, economica, non conoscono neanche come educare i proprî figli.

L'itagliano medio non sa che l'educazione _deve_ essere irrogata dai genitori, che l'educazione è efficace finché il bambino ha otto anni (poco più, poco meno) dopo di che l'unico risultato ottenibile è eventualmente l'istruzione, che la crisi adolescenziale attuale affonda le proprie radici in almeno vent'anni di patria storia: non sa, o meglio non capisce (ché a sapere si farebbe presto, basterebbe interpellare qualcuno che conosca due soldi di pedagogia) come funziona l'educazione dei giovani, la formazione, la mentalità di un adolescente... però si pronuncia: «Invece di farli [sic] votare i 16enni [perché usare le cifre invece delle lettere fa più figo], fategli fare la leva militare obbligatoria, magari si può ancora recuperare l'educazione che i genitori non gli hanno saputo impartire».

Con li che, in un colpo il nostro uomo (educato, ne siamo certi) dimostra di essere ignorante sia d'educazione sia di militare: ignora – nel senso etimologico del termine, non conosce ciò che dovrebbe conoscere, visto che ne parla – i mali che affliggono l'Esercito Italiano: le raccomandazioni, le ruberie, gl'intrallazzi eccetera e tutte quelle cose che chiunque sa, anche perché è storia nota finanche ai lombrichi, e per il quale s'è giustamente deciso di farla finita con questa pagliacciata, e lasciare i ragazzi a vivere la propria vita, piuttosto che imparare a trovare una raccomandazione per fare carriera. Certo, rimane che la situazione occupazionale giovanile sia grave: ma almeno ci risparmiamo la spesa inutile di un anno di vita dei nostri giovani.

Italiani? Chi? Dove? Quando? Pedonaglia di borgata di Pechino, o di Nuova Delhi semmai.

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