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domenica 12 aprile 2020

A Elisa Castellucci, vittima del suo fidanzato

Pubblicato qui: https://www.facebook.com/elisa.castellucci.798/posts/2712897208942427?comment_id=2719917971573684 .

Lavoro come assistente tecnico nel Liceo di Bracciano: ho cinquantatré anni. Potrei dire di essere abbastanza grande, maturo, di avere un buon bagaglio d'esperienze; insomma di aver abbandonata da tempo l'età della spensieratezza, di averne sentite d'ogni sorta, di avere una certa qual coscienza del male del mondo.

Poi mi capita di leggere la Tua storia.

E tutte le mie esperienze, gli anni, la maturità si sgretolano come un castello di sabbia. Sono allibito, inorridito, ammutolito.
Lavoro da anni a contatto con gli adolescenti, ragazzi e ragazze: le loro storie, le difficoltà, le paure. Pure di fronte al Tuo racconto, alle fotografie, alle radiografie, mi sento improvvisamente inutile, insignificante, impotente dinanzi a tanta malvagità. Mi domando che cosa avrei potuto fare se mi fosse capitata vicina una cosa del genere, che cosa potrò fare se mi capitasse d'incappare in una tragedia del genere; che cosa possa fare ora, qui, sùbito, per contrastare quest'onda anomala, fatta di rabbia, odio, rancore.

Poi mi ricordo di quanto sto facendo. Ho letto il Tuo racconto in un gruppo che appunto parla di e contro il patriarcato, il maschilismo, insomma la sottomissione della donna, e l'ho condiviso in un altro gruppo similare. Collaboro (unico uomo, unico maschio, unico folle) con una ONLUS che fa informazione alle donne. Anche a scuola, più e più volte mi sono impegnato a propugnare la parità in punta di diritto di tutti, donne e uomini, cittadini e stranieri, etero e omo o qualsiasi altro orientamento; anche lì, unica voce delirante in un silenzio assurdo, totale, assordante.

Forse è qualcosa.

Forse non è abbastanza, forse potrei fare più di così, forse dovrei fare ancora; forse la montagna di orrore sarà solo leggermente scalfita dal mio personale impegno: ma sarebbe sufficiente? Incredibilmente, a me vecchio anarchico ateaccio mangiapreti corre in soccorso niente meno che Madre Teresa di Calcutta: "[Dentro] noi stessi sentiamo che ciò che stiamo facendo è solo una goccia nell'oceano. Ma l'oceano sarebbe di meno se mancasse quella goccia". Quanto vorrei essere certo che fosse vero.

Per quanto possano valere, Ti esprimo tutto l'affetto, il dolore, la solidarietà di cui sono capace.

Coraggio.
Stefano

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