Sapete che cosa mi fa più rabbia di questa storia? Non tanto i responsabili della società cinematografica, perché sappiamo tutte e tutti che, come peraltro in qualsiasi associazione con fine di lucro, sarebbero capaci di scannare la madre, bollirla e rivenderla come carne di vitella. Penso a tutti quegl'intellettuali – incoronati da sé, ché nessuno gli riconosce neanche il diritto di pisciare; i quali, dinanzi alle più che giustificate proteste indignate delle donne, risponderanno con il diritto di parola, l'espressione artistica, l'assoluta mancanza di volontà speculatoria sulla storia.
Questa mostruosa pedonaglia, fatta di cineasti, intellettuali, magari anche qualche politico, e poi tutto il gregge di beoti e oche giulive (perché ci saranno perfino donne, ci dobbiamo rassegnare all'idea https://ith24.altervista.org/rita-dalla-chiesa-non-ha-dubbi-mi-fido-solo-di-matteo-salvini-e-giorgia-meloni/ ) che seguiranno lo "spettacolo" in tivvù, uccideranno di nuovo Rosaria e tortureranno ancora Donatella: e tutto sarà fatto, come cantava Claudio Lolli, "in nome del civile rispetto" https://youtu.be/A13yMqWgGpc . Di tutto e di tutti, ovviamente: vittime, carnefici, ipocriti d'ogni risma, ammassati lì in una ripugnante accozzaglia davanti allo schermo a far boccacce e a emettere gargarismi di meraviglia.
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Eppure dobbiamo protestare, anche noi uomini dobbiamo protestare, insieme con le donne: fossimo anche le cinque anatre di Francesco Guccini, finissimo anche per rimanere da soli come rimane l'ultima anatra di quel testo, dobbiamo protestare: "forse una soltanto vedremo arrivare, / ma quel suo volo certo vuole dire / che bisognava volare" https://youtu.be/TPc_-GNqvLk . Lo dobbiamo a Rosaria, a Donatella e a tutte le vittime di violenza, siano esse donne uomini ebrei cristiani neri bianchi eccetera – anche poliziotti, perché no https://www.ilpost.it/2019/10/05/poliziotti-uccisi-questura-trieste/ . ✊ Anche questa è resistenza, oggi.
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