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lunedì 7 ottobre 2019

Ancora sull'Insegnamento della Religione Cattolica

Pubblicato qui: https://www.facebook.com/gianlucacherubini/posts/10157329736897347?comment_id=10157330221402347 .

L'errore che tutti fanno parlando di questo problema è affrontarlo come se fosse un tema religioso. Spiace dire che in questa storia la religione non ha nessuna importanza: se la questione fosse religiosa, basterebbe semplicemente invocare la libertà religiosa, e qualsiasi simbolo religioso potrebbe avere diritto di esposizione. Se in quella classe gli studenti volessero vedere appeso il simbolo della religione cristiana cattolica, chi mai potrebbe negare loro questo diritto? È evidente che, sussistendo un obbligo di legge, il simbolo non è più religioso.

Quello imposto nelle classi, così come negli uffici e in altri luoghi dello stato, è un simbolo politico: rappresenta cioè lo Stato della Città del Vaticano. Lo Stato Vaticano ha contrattato nel 1929 con l'allora Primo Ministro italiano, e sempre lo Stato Vaticano ha ricontrattato nel 1984 sempre con l'allora Primo Ministro italiano: https://it.wikipedia.org/wiki/Patti_Lateranensi .

Ciò che è contestato è appunto l'obbligatorietà della presenza del simbolo vaticano: perché se l'Italia è un paese laico, allora perché resistono:
* l'obbligo di esporre uno specifico simbolo "religioso" nei locali dello stato, dal momento che la religione Cristiana Cattolica Apostolica Romana /non/ è (o non dovrebbe essere più) religione di stato;
* l'ora di lezione denominata Insegnamento della Religione Cattolica. Note: si chiama così, punto. In Europa esiste solo in Italia, punto. Non s'insegnano /le/ religioni, non s'insegna la /storia/ delle religioni: si chiama Insegnamento della Religione Cattolica, e l'insegnante è tenuto a insegnare la religione cattolica. Se l'insegnante fa altro – qualsiasi altro, rischia in proprio la revoca dell'autorizzazione all'insegnamento, vedi punto successivo;
* la nomina di detto insegnante per l'Insegnamento della Religione Cattolica da parte del vescovo entro cui ricade la scuola. Non solo: lo stesso vescovo può nominare o revocare a proprio insindacabile giudizio, sebbene dal lato vaticano per la nomina debba osservare determinati precetti. In ogni caso egli non osserva minimamente gli obblighi decisi dallo stato, tant'è che fino a pochi anni fa l'insegnante a cui era revocata la nomina rimaneva disoccupato, mentre oggi è almeno! ripreso nei ranghi del pubblico impiego;
* il pagamento dei "danni" per l'annessione dello Stato della Chiesa nel 1870;
* il versamento di una frazione del gettito totale IRPEF, attraverso il meccanismo (a mio modo di vedere, a dir poco truffaldino) noto come "otto per mille" allo Stato della Città del Vaticano.

/A latere/. Il sentimento religioso è qualcosa d'intimo, personale, che ognuno vive con e per sé stesso. Quando esso diventa ostentazione, imposizione, strumento di potere allora non è più sentimento religioso: è poltiica. Abbiamo impiegati secoli per toglierci di dosso i dogmi religiosi, che anzi in molte occasioni si sono rivelati essere dei grossolani errori d'interpretazione: è perciò davvero ridicolo che si torni a discutere di realtà ormai acclarate, di scelte ormai fondate, di situazioni ormai vetuste. Basta con il potere temporale, basta con i cardinali che discutono la manovra finanziaria, basta con i partiti di "ispirazione cattolica" i cui vertici si scoprono dediti ai più torbidi peccati, e non parlo solo del Quinto Comandamento.

Aggiornamento: https://www.facebook.com/gianlucacherubini/posts/10157329736897347?comment_id=10157330221402347&reply_comment_id=10157331566967347 .

È precisamente questo l'inganno perpetuato: raccontare che quello è Gesù in croce. Niente affatto: quello è un simbolo brandito come una spada per, ripeto, amministrare un potere politico. La religiosità, come ho scritto, non è qualcosa da sventolare in pubblico: è qualcosa d'intimo, personale, che ognuno vive con e per sé stesso.

Quando i cardinali vengono a mettere bocca nelle questioni di stato, esercitano un potere da cui in un paese laico essi si dovrebbero astenere. Perché in Spagna, paese pure tra i più cristiani, questo non succede? Colà le coppie dello stesso sesso hanno pieno diritto di sposarsi. Perché in Polonia, altro paese cristiano, questo non succede? I vertici vaticani hanno provato a cancellare il diritto all'aborto, ma hanno fallito. Perché in quei paesi è ben chiaro che le questioni religiose non, ripeto non possono essere imposte /erga omnes/, cioè a tutti indistintamente: perché in quei paesi è ben chiaro che il diritto canonico è una cosa, il diritto civile è un altro.

Se veramente in Vaticano volessero seguire la parola di Gesù, essi dovrebbero per primi cambiare radicalmente il proprio ordinamento. Quando mai Gesù ha detto che il suo vicario dovesse essere anche un capo politico? Peggio, un monarca assoluto: eppure, questo è il Papa. Quando mai Gesù ha parlato d'accumulazione di beni materiali in questo mondo? Peggio, di un istituto di diritto privato più volte coinvolto in scandali, finanziari e non, tra i quali "l'affare Sindona" e il crac del Banco Ambrosiano. Quando mai Gesù ha usato il numero dei proprî seguaci, per dirigere la politica? Peggio, Egli disse: "date a Cesare quel ch'è di Cesare, e a Dio quel ch'è di Dio" (Mt 22,21).

"Quello" è Gesù quando tu singolo preghi, quando porti da mangiare qualcosa al bisognoso, quando perdoni chi ha sbagliato – e io rispetto l'idea del singolo, quand'anche diversa dalla mia. Quando al contrario qualcuno usa Gesù per impedire, imporre, obbligare allora io lo avverso, per principio.

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