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Scusate il ritardo, sono rimasto un po' indietro rispetto
agli eventi: mi rimetto subito in pari.
– – – – – – – – – –
Risposta emozionale:
Questa cosa mi fa salire la rabbia a livelli di furore
cieco. Ecco perché voglio i nomi. Voglio sapere chi sono questi soggetti.
Voglio avere l'opportunità di vedere i loro volti. Voglio sapere che cosa
fanno, dove vivono, come vivono.
Voglio avere l'opportunità di poter rifiutare questi esseri
– no, quali umani: esseri. In futuro bisognerà trovare una nuova catalogazione,
perché non sono persone, non sono uomini, non sono esseri umani. Io un'idea ce
l'avrei già:
< < < εssεrι dοtαtι dι cαzzσ > > >
Questa definizione mi sembra più che sufficiente per
identificarli, tuttavia accetto suggerimenti e consigli: dopotutto sono una
persona democratica, comprensiva, aperta al dialogo.
< < < Ma a tutto c'è un limite. > > >
– – – – – – – – – –
Risposta ragionata:
C'è poco da fare: alcuni uomini sono fatti così. La
differenza è che fino a ieri la cosa era circoscritta nel proprio intimo, era
secretata, confidata a pochi congeneri, per esempio: https://www.provitaefamiglia.it/blog/di-tolve-nelle-dark-room-ce-stato-e-ricorda-bene
. Ora: è vero che il testosterone aumenta la libido, sicché comprendo chi paga
una donna per passare una serata o chi va su siti a tema. Tuttavia, comprendere
non significa giustificare sempre; perché se tu vuoi vivere la tua vita allora
non prometti eterno amore e fedeltà. Nel mio caso una promessa è una pietra
tombale, non si torna più indietro (a meno di casi eccezionali, e sempre
interpellando la controparte).
Tuttavia in una dark room sono presenti adulti consenzienti:
al contrario in questo caso siamo oltre ogni limite, di decenza di rispetto
umano di dignità personale. Qui abbiamo uomini che condividono le immagini
delle donne (addirittura adolescenti) che vivono al loro fianco: non
sconosciute, non attrici ροrησ – che in ogni caso sono pur sempre esseri umani,
ma bensì persone legate loro da rapporti affettivi. Qui il testosterone è
largamente in fuori gioco: qui abbiamo la turpitudine, l'ignobiltà, la
spregevolezza del singolo.
Non esiste maniera d'identificarli in anticipo, perché non
esiste un protocollo che li accomuna. Se andate a vedere gli autori degli
stυprι ai danni di Gisèle Pelicot scoprirete quelli che la rivista
Internazionale ha definiti "gli stupratori della porta accanto": https://www.internazionale.it/magazine/j-delage/2024/10/10/lo-stupratore-della-porta-accanto
. «Il più giovane ha 26 anni, il più anziano 74 [settantaquattro, ribadisco].
Ci sono una trentina di padri, di cui il più giovane è andato a casa dei
Pelicot la sera della nascita di sua figlia. Fanno i lavori più diversi:
giornalista, militare, guardia carceraria, pompiere, operaio, informatico,
infermiere, autista…»; una ripugnante normalità.
Stesso discorso per il centro "massaggi" cinese a
Torino: https://torino.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_05/avevo-male-a-una-gamba-volevo-curare-la-cervicale-ci-andai-per-curiosita-in-tribunale-a-torino-gli-ex-clienti-di-un-centro-d016c736-933c-4d93-b903-f1da5ca08xlk.shtml
. Anche qui persone dall'apparenza "normale". Se leggete le
giustificazioni che costoro adducono, sembra di parlare con il ragazzino di
cinque anni che ha infilato il dito nel barattolo del miele: ma non si tratta
del dito, né del miele.
Mi farebbe piacere conoscere i nomi di questi grandi uomini:
chi sono, che lavoro fanno, perché han fatto quel che han fatto – no, questo è
meglio non saperlo. Tuttavia ritengo che sia importante svelare l'identità dei
frequentatori: mai sia che uno di loro mi offra un caffè alla macchinetta. Mai
sia che io rimanga contaminato dal contatto.
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