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lunedì 4 novembre 2024

Sull'infantilismo giovanile

Pubblicato qui: https://www.instagram.com/p/CzvtUFuspVJ/c/18331911451151257/ .

No, l'umanità non è «al suo ultimo stadio»; però sì, sta regredendo.

La condizione d'incoscienza generalizzata era normale prima dell'invenzione dell'agricoltura: l'essere umano era nomade e praticava soltanto un'economia di sussistenza, dovuta al fatto che di mala pena riusciva a trovare cibo per sé e non diventare cibo per altri. Con lo sviluppo dell'agricoltura prima e dell'allevamento dopo egli cominciò: 1. a praticare un'economia di produzione, quindi una forma iniziale di capitalismo; 2. divenne sedentario; 3. a interrogarsi sulle cose del mondo. Nacquero così le religioni complesse (dèi, anime, spiriti varî), i ruoli sociali, gli stati.

Volendo analizzare solo gli ultimi secoli, il XVIII Secolo fu il Secolo dei Lumi: l'uomo cioè si dispose a porre in discussione le strutture sociali dell'epoca: la religione, lo stato, la nobiltà. Curiosamente la cosa fu possibile grazie alla scoperta dell'America, che effettivamente fu un avvenimento che sconvolse le società europee e asiatiche, cioè le più sviluppate dell'epoca: per i nativi americani significò un genocidio molteplice, un vero sterminio di massa, ma per l'Europa fu un arricchimento facile d'ogni cosa – metalli preziosi, cibo, legname e così via.

Il secolo successivo fu il secolo delle rivoluzioni: dalla discussione si passò alla contestazione. Prima fu la Rivoluzione Americana, che in realtà fu solo una sollevazione contro il potere centrale delle colonie – ma intanto fu una ribellione alla volontà divina del re; poi fu la Rivoluzione Francese, dove la sollevazione fu contro il potere centrale del paese stesso; infine fu la Rivoluzione Russa, dove alla sollevazione fece seguito l'affermazione di una forma politica all'epoca dirompente: il comunismo.

Il XX Secolo fu il secolo delle guerre: non guerre come le precedenti, localizzate, limitate, contenute nel numero e nelle vittime agli eserciti belligeranti; bensì eccezionali perché mondiali, con milioni di morti sia tra i soldati sia tra la popolazione civile. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche le potenze vincitrici capirono che forse sarebbe stato meglio ridurre le dimensioni delle guerre, senza necessariamente spegnerle del tutto: ecco allora il Vietnam, la Corea, la c.d. "guerra fredda". Fu anche il secolo della lotta contro la colonizzazione: basti ricordare la guerra in Algeria, l'Irlanda, Cuba.

Il XXI Secolo, lungi i dominatori del mondo dallo smettere di belligerare a destra e a manca, ha in massima parte cambiata rotta: la guerra è compiuta tramite i mezzi d'informazione, il nemico è il popolo proprio stesso, l'obiettivo per la vittoria è l'oppressione mondiale. Le vecchie strutture di contestazione sono sempre più svuotate di significato – il sindacato, il movimento femminista, il vecchio Partito Comunista sempre più ammorbidito, condiscendente, moderno, Partito Democratico della Sinistra – anzi neanche più della sinistra, democratico e basta. Gli studenti che il 17 febbraio 1977 contestarono Luciano Lama all'Università https://it.wikipedia.org/wiki/Cacciata_di_Lama nel frattempo sono diventati padri di famiglia, hanno un lavoro stabile, parcheggiano la Panda nel box, come racconta Roberto Mariani nel suo brano Ex https://youtu.be/vHuiJzwz3qY – brano del 1992: figuriamoci oggi.

Oggi anche i vecchî contestatori, come spiega Frankie Hi-Nrg MC, sono diventati "ben pensanti" https://youtu.be/vrpJB7ucC5Y , hanno il soldo e se lo godono; e gli altri che muoiano, o si nascondano sotto i tombini, in strada. I loro figli, per quanto possano sentire l'ingiustizia del mondo, dove l'africano o l'asiatico che vengono per trovare un lavoro sufficientemente remunerato sono etichettati come clandestini – ma se sono ricchi, statunitensi, australiani, giapponesi, ultimamente anche russi allora no, sono investitori –, dove le donne devono essere mal pagate perché sì e se tentano di vivere la propria vita allora devono essere rimesse al loro posto, dove l'assistenza sanitaria è un peso per lo stato perciò o te la paghi o ripassi fra tre, sei, dodici mesi – sempre se sei ancora vivo, i loro figli ovviamente dubitano su che cosa fare, da dove cominciare, contro chi o che cosa muovere, dal momento che tutto sembra essere connivente e d'accordo su un solo, unico, tremendo obiettivo: i soldi.

No, l'umanità non è «al suo ultimo stadio»: non stiamo al livello dell'Eritrea, della Repubblica Centrafricana o dello Yemen quanto a povertà, non stiamo al livello del Congo, dell'Ucraina o del Libano quanto a guerra, non stiamo al livello del Lesotho, della Lituania o dell'Afghanistan quanto a mortalità infantile. Semmai fino a ottant'anni fa in Europa, e quindi anche in Italia, infuriava una guerra che portò morte, distruzione, dolore; ma da quell'esperienza non abbiamo imparato un… accidente, tant'è che Milex, l'Osservatorio sulle Spese Militari italiane, titola a tutto schermo: «Esplosione per le spese militari italiane: nel 2025 a 32 miliardi (di cui 13 per nuove armi)» https://www.milex.org/2024/10/30/esplosione-per-le-spese-militari-italiane-nel-2025-a-32-miliardi-di-cui-13-per-nuove-armi/ .

Parlando ancora di mancanza d'intelligenza: mentre prima le generazioni anziane lavoravano con il fine di lasciare in eredità qualcosa di meglio ai proprî figli, oggi i genitori (probabilmente perché sanno di aver ottenuto più di quanto avessero diritto) fanno spallucce dinanzi alla crisi – economica, sociale, lavorativa eccetera –, e rispondono: per raggiungere la vostra posizione nella società dovrete faticare come abbiamo faticato noi. Dimenticando che in cinquant'anni il mondo s'è talmente modificato che sarebbe difficile riconoscerlo: non esistono più né i contadini che zappano la terra, sostituiti dai trattori; né i fabbri a mano, sostituiti dalle presse e dagli altiforni; né i commessi (presenti ancora giusto negli atelier), sostituiti dai centri commerciali; né i praticanti negli hotel, sostituiti dai diplomati all'Istituto Alberghiero, e che quindi si rifiutano di fare gavetta cominciando dalla pulizia dei cessi. Al massimo ci sono i fattorini (c.d. "rider", all'americana) che consegnano le pizze, ma si tratta di disperati che devono riuscire a mettere assieme il pranzo con la cena.

Perciò questi giovani, che capiscono d'essere stati traditi prima di tutto dai proprî genitori, privi d'una guida che indichi loro la strada per diventare adulti, come hai notato anche tu s'abbandonano a comportamenti infantili, vuoti, scemi. È la manifestazione d'un disagio del vivere che, ripeto, fino a cinquant'anni fa non c'era: perché, come dice V, bisogna «ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive», laddove oggi quelle prospettive sono ormai ritenute fantasiose, vacue, irraggiungibili. Io lavoro come assistente di laboratorio in un Liceo, perciò vedo ogni giorno questi ragazzi che non vivono bensì si trascinano avanti, senza appunto nessun progetto, nessuna speranza, nessuna prospettiva: stanno fermi, in attesa di chissà quale manifestazione divina. Difatti poi li ritrovo a fare i commessi, i fattorini, o ben che vada a dare ripetizioni – qualcuno prosegue anche gli studî all'università, ma giusto per impegnarsi a fare qualcosa ed evitare di morire d'inazione, non certo per costruire il proprio futuro, di cui infatti neanche hanno un'idea.

Per tutti questi motivi io non invidio i giovani. Sì, certo: i miei coetanei erano guidati dagli adulti, che l'imboccavano e facevano loro dire quel ch'essi ritenevano giusto; ma se prima c'era una guida (più o meno equa, più o meno saggia, più o meno lungimirante), oggi questa guida è assente, è traditrice, è egoista fino alla loro consunzione. Se penso che all'epoca ero polemico nei confronti del PCI: oggi quanto lo rimpiango. L'ultimo vero, grande, saggio uomo fu Sandro Pertini, che fu il settimo Presidente della Repubblica dal 9 luglio 1978 al 29 giugno 1985; il quale, nel discorso di fine anno del 31 dicembre 1978, disse: «I giovani non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo»; cinque anni esatti dopo, il 31 dicembre 1983, rincarò la dose: «Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà. [...] E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo, se c'è qualcuno che dà scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!». Era già allora fuori dal mondo: figuriamoci come lo sarebbe oggi.

Concludo dicendo che ti seguirò volentieri. In bocca al lupo – viva il lupo.

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