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sabato 3 febbraio 2024

Sulle scoperte che hanno cambiato la storia dell’umanità

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Non sono affatto d'accordo. La scoperta che più ha modificato il corso della storia dell'umanità è stata l'agricoltura. L'agricoltura difatti ha permesso all'essere umano di produrre il cibo da sé, Sollevandolo dall'obbligo di andarlo a cercare, con il rischio di non trovarlo; l'agricoltura ha trasformato l'essere umano da nomade a sedentario, ha quindi dato l'avvio alla costruzione delle case, al concetto di proprietà privata, di confine, di grande società.

Successivamente, l'agricoltura ha sostenuta l'altra grandiosa scoperta, cioè l'allevamento, producendo il foraggio e le granaglie per gli animali di fattoria; l'agricoltura ha consentita la nascita del primo concetto di capitalismo inteso come accumulo di beni, stante la possibilità di conservare il cibo (specialmente i semi) e serbarlo per i periodi di carestia.

L'agricoltura ha messo a disposizione dell'essere umano il tempo da dedicare a sé stesso, invece di impiegarlo completamente per trovare cibo ed evitare di diventare cibo per altri animali, argomenti che prima occupavano l'intera vita; quindi ha favorito lo sviluppo delle arti, del pensiero, della riflessione.

Detto ciò. Anche quando l'essere umano ebbe scoperta l'ignoranza, ciò non determinò grandi cambiamenti nella storia dell'umanità; esso difatti non si è mai adoperato più di tanto per contrastare l'ignoranza, anzi: l'ignoranza è diventato strumento di potere, stante il fatto che chi non sapeva leggere né scrivere non poteva certo assurgere a ruoli di comando.

Taccio in questa sede della figura del precettore privato, perché ovviamente allora come oggi i ricchi avevano l'opportunità di pagare per l'istruzione, ma anche per il divertimento. Fino al XIX secolo anche le scuole papaline, le uniche aperte al pubblico, si limitavano a insegnare a leggere, scrivere e far di conto: tanto doveva essere sufficiente al cittadino comune per svolgere il proprio lavoro.

Il vero contrasto all'ignoranza è cominciato grazie al Secolo dei Lumi e a Jean Jacques Rousseau, quando cioè le diseguaglianze tra gli esseri umani, all'epoca enormi, furono finalmente viste come negative: concetti come l'educazione, il contratto sociale, il valore dell'essere umano come tale (e parallelamente il rifiuto delle verità assolute di matrice religiosa) si diffusero nelle società europee, e pian piano l'istruzione divenne concetto diffuso e comune.

Ciò nonostante, attualmente si sta verificando un regresso in materia, sulla spinta della ricchezza diffusa, spinta però effimera secondo me: all'educazione, dell'uomo e del cittadino, e alla conoscenza, basi della coscienza umana, si sta lentamente sostituendo l'istruzione e la competenza, spendibili nel mondo del lavoro.

Tuttavia l'avidità porta i nuovi ricchi, enormemente diseguali tanto quanto la nobiltà dell'epoca, a ricreare le stesse condizioni contro cui il buon Rousseau tanto s'adoperò. L'ignoranza è oggi la nuova arma di oppressione contro la società, così come prima lo furono la religione ("oppio dei popoli", come disse qualcuno) e la repressione. L'atto d'umiltà è stato di pochi.

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