No: la sguattera si è rifiutata di cantare "Bella ciao" perché «non canto canzoni né di destra né di sinistra». Questo significa una semplice cosa – permettimi di citare Vladimir Lenin per una volta: "In politica, indifferenza è soddisfazione. L'etichetta di disimpegnato non è altro che l'espressione velata, ipocrita, passiva dell'appartenenza al 'partito' dei satolli, dei governanti, degli sfruttatori".
Ecco: io, per citare un altro uomo di sinistra, odio gl'indifferenti. Perché l'atteggiamento indifferente è figlio dell'agiatezza, del disinteresse, della ricchezza ereditata (ché al contrario chi è diventato ricco lavorando ha un'idea politica). La 'signora', con quell'affermazione, ha dimostrato al mondo che si può comprare qualsiasi cosa – compresa, per fare un esempio, la sanità; e che di chi non si potesse permettere il lusso delle cure private, n'je ne pô frega' de meno.
Questo me la rende odiosa: non il fatto che sia di destra o di sinistra ma che /non/ sia, o meglio che sia la tipica esponente del pensiero 'macchemmefrega'. Dirò pure che, a ben vedere la sua carriera, avrà pure una bella vocina, ma è dotata d'una personalità a dir poco volatile; il suo repertorio vanta un unico argomento (a parte cantare le canzoni altrui): l'amore sfigato – un argomento bamboccione, superficiale, dal facile 'acchiappo': chi non ha sofferto per amore. Laura Pausini non arriverà mai alla profondità né di Battisti, né di Ruggeri.
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