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giovedì 1 settembre 2022

Sul vivere di rimorsi

 Pubblicato qui: https://www.facebook.com/rino.ingarozza/posts/pfbid07JxMC4qe96axtwSbWju1fzX4VSUfCUaB5E4E8qSaem8h7BHP866EYEzVedyR5mvBl?comment_id=454219549930229 .

> Ora ti chiedo: vuoi
> vivere di rimorsi?

Sì. O meglio: ma chi se ne ϝόττε del rimorso, ché tanto io cittadino medio, buon padre di famiglia onesto lavoratore timorato di dio mi devo sbrigare a trovare un κύλο da leccare, e devo fare anche attenzione che sia il κύλο giusto perché in caso contrario invece che leccare lo devo prendere a calci. Mica posso continuare a rubare la varechina dal magazzino: io per me voglio molto più di quei pochi spicci.

E chi se ne ϝόττε del mio paese, quale mio paese?! quali miei colleghi?! quali miei vicini?! Io penso a me, io penso ai κάζζι miei, allungo le mani dovunque posso allungare, e se non c'è niente da prendere passo oltre. Certo che voto chi mi promette soldi, e se poi non me li dà vado a chiedere altrove: perché i soldi sono tutto, i soldi sono l'unica cosa per cui vale la pena vivere, il resto sono chiacchiere: non diventi ricco a chiacchiere.

E chi se ne ϝόττε anche di mia moglie, ché tanto so perfettamente che cosa fa, turno di notte un accidente: ma finché porta soldi a casa va tutto bene, io sono anni che neanche la tocco quindi quella donnaccia può fare quel che vuole del proprio corpo. Semmai mi devo ricordare di spegnere il telefonino la sera, ché altrimenti scopre dove vado quando l'ιδιότα esce con le amiche. Certo, esco anch'io perché anch'io ho diritto di τᴦοϻβάᴦε a pagamento: basta che nessuno lo sappia.

E chi se ne ϝόττε anche di mio figlio, ché tanto è uno smidollato come tutti, invece di andare a cercare un ricco, un potente, un politico a cui vendersi va a protestare perché il lavoro è un diritto, lo stipendio adeguato, no al precariato: eppure ho tentato di spiegargli, se vuoi uno stipendio adeguato devi pugnalare alle spalle i tuoi colleghi e prostrarti al capo. Invece lui niente, protesta: se continua così finirà come i suoi coetanei, ad avvelenarsi di fumo. Ιδιότα.

E chi se ne ϝόττε di tutto e di tutti. La vita è una Cambogia, rimanere indietro è un attimo, chi si ferma è perduto, e se muori nessuno si ricorderà di te. O almeno, io no di sicuro. Ho cinquant'anni, fumo da trenta, fra poco sarò morto: ho un diabete da urlo, ho l'acido urico che mi trasuda dalla pelle, ho più colesterolo che sangue, i trigliceridi ballano 'la vida loca'; se non mi sbrigo fra poco sarà finita, e a quel punto nulla sarà più servito a niente.

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