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domenica 25 aprile 2021

Sull'Otto per Mille alla Chiesa Cattolica

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1. Premesso che lo Stato non finanzia indistintamente /ogni/ luogo di culto o attività culturale a esso connessa, ma solo quelle con cui ha stipulato un'intesa. Le confessioni beneficiarie della quota d'imposta IRPEF sono:
* la Chiesa Cattolica;
* la Chiesa Valdese;
* l'Unione delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno;
* le Assemblee di Dio in Italia (d'estrazione pentecostale);
* l'Unione delle comunità ebraiche italiane;
* la Chiesa evangelica luterana in Italia;
* l'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia;
* la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale;
* la Chiesa Apostolica in Italia (d'estrazione pentecostale);
* l'Unione Buddhista Italiana;
* l'Unione Induista Italiana;
* l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
È in corso d'intesa la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

Di tutto 'sto crocicchio di preti più o meno conclamati (la Soka Gakkai si definisce "una scuola laica buddhista"), solo i Pentecostali concorrono alla ripartizione soltanto per le quote espresse, mentre rinunciano a favore dello Stato per la parte di quote non espresse. La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (c.d. Mormoni) ha rinunciato a partecipare alla spartizione. Chapeau, Messieurs.

Salta immediatamente all'occhio l'assenza di qualunque confessione islamica, nonostante essa sia numericamente la seconda in Italia. Ciò avviene perché essa è una confessione con cui lo Stato deve ancora stipulare un'intesa: strano, visto il numero di aderenti.

2. La "somma decisamente irrisoria" devoluta ai Corvi Neri è ammontata nel 2018 alla ridicola cifra di € 997.500.000,00 ovverosia poco meno d'un miliardo d'euri: soldi che mancheranno agli ospedali, alle scuole, ai tribunali d'Italia, mentre invece la bellezza di € 368.000.000,00 saranno impiegati per il "sostentamento del clero": alla faccia mia, tua e di tutti coloro che, non avendo espressa una rimessa diretta a una delle voci presenti, si sono vista ripartire la propria quota tra tutti i contraenti di cui sopra (tranne i Pentecostali). Una cosa che ha fatto gridare e grida tuttora alla clamorosa ingiustizia, ma a noi che ce frega, sono inutili formalità.

3. Una maniera per diminuire il peso della Chiesa nella nostra vita sociale e, specialmente, politica sarebbe proprio quella di tagliarle gli emolumenti: per esempio, far giungere nelle casse vaticane solo le quote direttamente espresse a loro favore. Per esempio, facendo pagare loro le tasse alle attività con fine di lucro (scuole, ostelli, ospedali privati). Per esempio, chiedendo di cancellare il proprio nome dall'elenco dei battezzati, coerentemente con le proprie dichiarazioni di fede (altrimenti continuiamo a fare le civette sull'albero, ci lamentiamo di tutto e non facciamo niente, neanche le azioni più semplici e fattibili): in modo che quando il monarca assoluto dello Stato Vaticano si permette di parlare a nome del mondo cattolico, lo faccia per un minor numero possibile di persone. Io e tanti come me l'abbiamo già fatto: perché noi vogliamo sia non avere nulla a che fare con la Chiesa Cattolica, sia che la Chiesa Cattolica nulla abbia a che fare con noi. Altro che formalità.

4. Definire l'abiura della religione una "cosa fascista" significa essere talmente tanto ignoranti da dimenticare i Patti Lateranensi e tutta la storia di sinergie e riconoscimenti reciproci tra regimi dittatoriali di destra e la Santa Sede (vedasi gli "auguri pontifici" per le nozze d'oro dell'ex dittatore del Cile, generale Augusto Pinochet, con ben due lettere autografe, firmate rispettivamente dall'allora Papa, "san" Giovanni Paolo II e dall'allora Segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/29/pinochet-auguri-dal-papa.html ). Dopo quest'ultimo punto, mi cheto: perché se neanche una tale brutta figura facesse tacere, allora qualsiasi discussione sarebbe davvero senza speranza alcuna.

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