Tuareg

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lunedì 4 maggio 2020

Sul futuro successivo alla pandemia

Pubblicato qui: https://www.facebook.com/simona.petroselli.39/posts/10222905745301807?comment_id=10222908270724941 .

Cara, carissima Simona.

Vorrei tanto avere la tua fede. La speranza, la forza, la convinzione che ti sprona, che ti fa vedere (ancora?!) un futuro radioso. Il tuo testo è raggiante, verrebbe quasi voglia di credere al contenuto. Dico "credere al contenuto" perché a te credo fermamente: sono certo che hai ponderata, sentita, soppesata ogni parola di questo tuo pensiero. Tu sei già in quel futuro, tu stai già con le mani sotto quel tavolo, per ribaltarlo: che il resto del mondo lo voglia, o no.

Vorrei tanto avere la tua fede; ma ormai l'ho perduta. Sono anni, da quando mi trasferìi qui a Bracciano (circa) quindici anni fa, che ho definitivamente buttata la spugna. Sarà che ho viste tante occasioni per ripartire, e tante altre le ho studiate; troppe per poter credere ancora una volta che sì, questa volta le cose cambieranno.

Ho vissuta l'inchiesta Mani Pulite, una vera rivoluzione nella politica italiana di solito ferma come una coltre di ghiaccio; ho vista nascere una formazione politica dirompente, con un'idea folle, assurda, controstorica – ma almeno diversa dal pentapartito, dal concordato trasformista, dall'inciucio: non l'avessi mai pensato... A qualche anno di distanza Piercamillo Davigo ebbe l'occasione di dire che "da Tangentopoli in poi i politici non hanno smesso di rubare: hanno smesso di vergognarsi". Quanto alla formazione politica, si è dimostrata essere largamente peggiore delle precedenti: soldi rubati, nepotismo, lauree comprate; e poi demagogia, cafonaggine, vacuità di pensiero a tutta manetta.

Prima ancora ho assistito a una tragedia immane, due aeroplani lanciati contro due grattacieli: i morti, gl'incendî, i crolli, e più di tutto la promessa che nulla sarebbe stato più come prima. Ti lascio rispondere da Francesco Guccini, intervistato in radio a Un giorno da pecora https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2020/04/13/guccini-dopo-pandemia-non-saremo-migliorinon-impariamo-mai_4043d024-08d7-4161-a402-8556fcf21a88.html : "anche dopo l'11 settembre si diceva che sarebbe cambiato tutto ma non è cambiato nulla", perché "è nella natura umana il dimenticarsi presto delle tragedie passate per riprendere la vita di sempre".

Il buon Francesco ne ha viste più di me, e lo sa bene: ma non c'è bisogno di andare tanto lontano. Qualcuno ricorda il nome di Iqbal Masih? Nacque in Pakistan da una famiglia molto povera. A quattro anni già lavorava e a cinque fu ceduto ad un fabbricante di tappeti e messo a lavorare in un capannone dove i compagni di lavoro erano esclusivamente bambini. Privo di ogni libertà, fu sfruttato, punito per errore e percosso ad ogni tentativo di ribellione. Ma Iqbal, raggiunti i dieci anni di età, riesce a scappare. Incontra Ulla Khasi, che si occupa di minori sfruttati e decide così d'impegnarsi per la libertà dei bambini schiavi. Denuncia le mafie tessili e le fabbriche dello sfruttamento in Pakistan e la sua voce inizia a essere ascoltata da organizzazioni umanitarie, giornali e politici di tutto il mondo. Sotto la pressione internazionale il governo pakistano è costretto a chiudere molte fabbriche e a liberare i bambini sfruttati. Solo in quel momento Iqbal diventa un problema. Il 16 aprile 1995 fu assassinato: aveva solo 12 anni. Sapevi che il 16 aprile è la Giornata Mondiale contro la Schiavitù Infantile? Neanch'io, te lo confesso.

Potrei continuare il discorso, ma lo rischierei di trasformare in un percorso storico. Anni Ottanta, il terrorismo; anni Settanta, la contestazione giovanile. Bene: Giuseppe Valerio Fioravanti, esponente del gruppo eversivo Nuclei Armati Rivoluzionari, arrivò a dire agli studenti che protestavano vent'anni dopo di lui che (cito a memoria) 'noi avevamo un motivo per protestare, voi no': a posto così.
Quanto agli anni Settanta. Ero amico di Simonetta Frau, la ragazza fotografata nel 1977 con il volto coperto e diventata l'immagine di quel movimento: è morta pochi mesi fa https://www.informazioneecultura.it/2020/01/13/morta-simonetta-frau-la-ragazza-della-foto-iconica-dei-movimenti-studenteschi-italiani-1977-tano-damico/ , mai arresa all'immenso vuoto cosmico di questa società; ma i suoi colleghi, quegli ex giovani contestatori, diventati in massima parte docenti nelle scuole come lei, oggi si sono ridotti a fare da burocrati aggiunti alle segreterie, e ad aspettare la pensione.

Ultima citazione: la Liberazione, il 25 aprile, la fine della guerra, più ancora la fine del fascismo, più ancora la fine di un modello sociale vetusto, criminale, ottuso. Anche quell'evento vide le donne partecipi attive, come staffette portaordini vivandiere ma alcune anche donne d'armi, di resistenza, di battaglia sul campo. Che fine ha fatto il 25 aprile? Certo, oggi possiamo votare, oggi possiamo protestare, oggi le donne lavorano... no, vero? «Siamo scese al compromesso del lavoro nero, siamo scese al compromesso di fare figli e rallentare la carriera. Da anni ognuna di noi scende al compromesso di lavorare accettando di ricevere un salario minore di un uomo e ancor di più, scendiamo al compromesso di dover lavorare meglio e di più del nostro parigrado maschile»; peggio ancora, «dobbiamo stare attente a cosa indossiamo perché nel mondo dei mortali, ... dobbiamo rimanere attente a non apparire come quelle che vanno a caccia». E perché, di grazia, le donne non dovrebbero "andare a caccia"? Possibile che dopo settantacinque anni stiamo ancora a questo punto? Sì, stiamo ancora a questo punto.

E io dovrei credere nel domani? Dovrei credere che se mi lanciassi in una rivoluzione la gente mi seguirebbe? Dovrei rischiare di mio, perché ovviamente il mio volto sarebbe in prima fila, per ottenere quale risultato? per essere pugnalato non appena arrivato di fronte al rappresentante del potere, affinché novello Benito Mussolini quegli stessi sodali che fino a ieri mi seguivano mi appendano poi per i piedi, buttando la croce sulle mie spalle e salvando essi la propria reputazione di "italiani brava gente"? No, Simona: non ci credo più. Abbiamo raggiunti livelli di conoscenza altissimi, siamo in grado di concepire equazioni matematiche complesse, la nostra mente è in grado di ragionare su valori praticamente infiniti; ma siamo rimasti un branco di scimmie. La televisione, e sua madre la radio, erano nate per unire le genti del pianeta; col tempo la seconda è diventata strumento di propaganda dei regimi dittatoriali, la prima peggio! dispensa imbecillità come se piovesse. Cantanti mediocri sono elevati a star internazionali, lo sport è sempre più valvola di sfogo dei peggiori comportamenti, i salotti televisivi propongono modelli che più artificiali, evanescenti, piagnucolosi sarebbe impossibile. Vedrai che, finita anche questa quarantena, la mandria tornerà nei negozî a cercare il capo firmato, il telefonino di ultima generazione, la tuta con lo scudetto della squadra; una prece per chi è morto, un abbraccio a chi è ancora vivo e via, al prossimo shopping.
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Anche gli uomini avrebbero bisogno di svegliarsi: non sono "immuni", scevri, giustificati, non sono larve né minorati né incapaci, non hanno il diritto di andare avanti e agire, pensare, essere come gli uomini di cent'anni fa. Sia perché la società cambia, sia perché escludendo le donne la società tutta si priva di un serbatoio d'idee preziose (come peraltro sono tutte le buone idee), che altrove sono invece tenute in considerazione; e i risultati si vedono.
Per questo motivo io ti sarò vicino, ti sosterrò, ti aiuterò, anche perche sarei ben felice se mi arrivassi a smentire; ma la fede no, quella è spenta dentro.
In bocca al lupo.

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