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sabato 1 febbraio 2020

Sulla rivoluzione al giorno d'oggi

Pubblicato qui: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10156490216057504&id=189656857503&comment_id=10156490761782504 .

Premesso che il moto di rivoluzione continui a essere tuttora "il movimento che un pianeta o un altro corpo celeste compie attorno a un centro di massa" https://it.wikipedia.org/wiki/Moto_di_rivoluzione ; premesso che la rivoluzione continui a essere tuttora "qualsiasi cambiamento radicale nelle strutture sociali" https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione .
Il XIX e più ancora il XX Secolo sono stati periodi di grandi rivoluzioni: politiche, sociali, economiche, che fanno apparire, per dire, l'Ottocento come un'era lontanissima nel tempo; invece è lì, a poca distanza da noi. Per questo motivo oggi ci sembra che nulla stia accadendo, rispetto al recente passato: in un (troppo) breve periodo sono scomparsi imperi e stati nazionali, ideologie politiche e religiose, perfino la tecnologia corre come il vento. Per fare un esempio, dal cinematografo siamo passati al noleggio fino al download, dal Super8 siamo passati al VHS fino al DVD, dalla scrittura a mano siamo passati alla macchina da scrivere fino al /word processor/, dal telegrafo siamo passati al telefono fino allo /smartphone/, dalla radio siamo passati al televisore fino alla visione /on-line/; dal latino siamo passati all'italiano, fino all'inglese – statunitense, peraltro.
Per questo motivo parlare oggi di rivoluzione è assai difficile: per essere rivoluzionarî bisognerebbe compiere qualcosa di enorme sia in ordine di tempo che di luogo, quando invece oggi le mode e le abitudini cambiano a ritmo frenetico. Perciò, secondo la mia modesta opinione, piuttosto che essere rivoluzionarî è molto meglio essere indipendenti; osservare, dedurre, infine scegliere, senza lasciare ad altro o ad altri il nostro diritto di scelta. Il mondo corre appresso al rap? io rimango un bluesman: https://youtu.be/SL9zmcUaQdw ; e così per tutto il resto. 😉

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