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… avete rotto il cazzo con questa stronzata del dialogo costruttivo. Non serve un dialogo costruttivo per capire che non ci dovete ammazzare né trattare da oggetti sessuali. Grow the fuck up.
Va be', io non faccio testo perché… boh, o sono frοcιο
oppure non ho le pαllε d'un cavernicolo brutale e violento – insomma, non sono
un vero uomo maschio eterosessuale come la società vorrebbe.
Tuttavia, siccome esisto (prima o poi i miei adorati
congeneri se ne dovranno fare una ragione; ma andiamo oltre), porto la mia
esperienza di lavoratore della scuola. Orbene, il dialogo con la componente
studentesca è profondamente segnato dal sesso: mentre le ragazze, sia pur con
le debite eccezioni (poche, invero), sono molto più dialogative, sia per
quantità di argomenti sia per qualità d'analisi sia per profondità di pensiero,
nella pressoché totalità dei casi i ragazzi hanno due argomenti: il sesso
(vissuto o millantato è tutto da stabilire) e il calcio. E poiché personalmente
ho smesso di seguire quello sport dal secondo scandalo del calcio scommesse –
correva l'anno 1986, potete ben capire che alla fine la limitatezza del margine
di dialogo va a finire su un binario morto.
Perciò, non vorrei che il vocabolo "costruttivo"
servisse a nascondere ben altro argomento, riferito all'esempio testé
riportato; come dire, si va bene hai ragione fai come vuoi fai come ti pare
però adesso dammela. Sbaglio? Sicuramente. Dopotutto, non sono un vero uomo
maschio eterosessuale.
Mi raccomando: sempre in guardia, ragazze.
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