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venerdì 3 giugno 2022

Sul referendum sulla giustizia

 Pubblicato qui: https://www.facebook.com/francesco.pizzorno.1/posts/10228252325994849?comment_id=671866803903538&reply_comment_id=804465517204602 .

Premesso che il signor Lucano sia stato condannato, anche se non in via definitiva; premesso che il procedimento ha viste imputate ventisette persone e contestati ventidue capi d’accusa; premesso che "l’esito del giudizio ha comportato l’affermazione della penale responsabilità nei confronti del predetto LUCANO e di alcuni dei suoi stretti collaboratori": https://www.iusinitinere.it/le-motivazioni-alla-sentenza-lucano-chiavi-di-lettura-41049 .

Premesso, infine, che i promotori dei referendum siano il senatore Matteo Salvini e l'on. Maurizio Turco, dal 7 Luglio 2019 Segretario del Partito Radicale. Il ϲαζζάᴦσ verde è già noto alle cronache; ma Maurizio Turco dal 7 Luglio 2019 è Segretario del Partito Radicale, per intenderci quello che andò al governo con il signor B.; è anche Presidente della Lista Marco Pannella, in quanto tale è editore di Radio Radicale. Nonostante le posizioni pro famiglia cristiana di tutta la destra, è Presidente dell'Associazione Radicale Anticlericale.net . Dal settembre 2007 è cittadino anche della Repubblica Turca di Cipro Nord, per intenderci quella costituita /manu militari/ dalla (sostanziale) dittatura turca e riconosciuta unicamente da lei.
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Tutto ciò premesso.

1. Riforma del CSM. Chi si candida non dovrà più raccogliere firme. In che modo ciò dovrebbe rendere il Consiglio migliore, qualcuno me lo dovrà spiegare; ciò per pietà tacendo che tutto il resto del paese (dal Parlamento al Governo, dalla RAI ai sindacati) è influenzato da tutte le correnti possibili e immaginabili.

2. Responsabilità diretta dei magistrati (ricusato). Oggi chi ritiene di aver subìto un torto dalla giustizia può chiedere i danni allo Stato. Se vincesse il sì, potrà fare causa direttamente al magistrato. Così chiunque sarà condannato nel penale o si vedrà dar torto nel civile denuncerà i suoi giudici, che saranno sepolti di denunce. O, per evitarle, non condanneranno più nessuno e, fra un potente e un poveraccio, daranno ragione al primo, a prescindere.

3. Equa valutazione dei magistrati. "I magistrati non possono essere controllati solo da altri magistrati": e chi l'ha detto?! In ogni caso, se dovesse passare il "sì" nelle filiali locali del CSM che giudicano la bravura dei magistrati avrebbero diritto di voto pure gli avvocati. Cioè, per dire, a Palermo a valutare la professionalità di Nino Di Matteo ci potrà essere l’avvocato di Matteo Messina Denaro.

4. Separazione delle carriere dei magistrati. Se il pm ha fatto per un po’ il giudice, ha assorbito la cultura dell’imparzialità tra accusa e difesa. Se invece fa solo il pm, assorbe la mentalità dell’accusa, tipica delle forze di polizia, non della magistratura. Quindi, una volta separati dai giudici, i pm saranno più "giustizialisti" di prima.
(P.S.: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono prima giudici istruttori, poi PM. Per dire.)

Da qui cominciano le ciliegie più gustose.

5. Limiti all'abuso della custodia cautelare. Il referendum vorrebbe abolire la custodia cautelare per i delitti puniti con pene sopra i cinque anni e per il delitto di finanziamento illecito dei partiti. Quindi, se non si può più arrestare neppure per finanziamento illecito e per i reati gravi, i delinquenti in guanti bianchi (e pure di strada) resteranno liberi di inquinare le prove, fuggire e commettere altri reati.

Tra i reati gravi ci sono le violenze contro le donne. Le misure di custodia cautelare sono strumenti che permettono all'autorità di mettere in salvo la vittima già nel corso delle indagini, o addirittura prima.
Se fosse approvato il "sì" al referendum, verrebbe limitata la possibilità per i giudici di ricorrere alle misure cautelari in caso di pericolo di reiterazione di un reato violento, il presupposto che ora fa scattare il 90% delle misure cautelari proprio per i reati che colpiscono le donne, come lo stalking, la violenza carnale, il sesso con minorenni, i maltrattamenti.
La vittoria del "sì" colpirebbe dunque al cuore il contrasto alla violenza di genere, visto che non si potrebbe più ricorrere, per esempio, all'allontanamento dalla casa familiare, al divieto di avvicinamento, al braccialetto elettronico che permette di controllare che vengano rispettate e a tutte le misure che di fatto costituiscono la Protezione dello Stato nei confronti delle vittime: https://www.facebook.com/valeriavalenteufficiale/posts/4706411172796988 .

6. Abolizione del Decreto Severino. Matteo Salvini vaneggia sulla barbarie di cacciare sindaci e amministratori locali condannati in primo grado. Tuttavia il quesito propone di abolire l' "incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi": cioè vuole riportare in Parlamento, al governo e negli enti locali persino i pregiudicati (in Cassazione, non in primo grado) per reati gravi.

Tutto ciò sarebbe la "giustizia giusta"?

=> IO VOTO NO! <=


EDIT pubblicato qui: http://www.lidealiberale.com/2022/06/tra-gli-astrusi-dilemmi-dei-quesiti.html?sc=1654328960839#c222812660413318795 .

Vorrei obiettare alcune posizioni dell'autore.

1. Il terzo quesito (scheda gialla) riguarda la separazione delle carriere.

> [...] votare perché le carriere siano
> divise e la scelta dei magistrati,
> all'inizio della carriera, sia per la
> funzione inquirente o quella giudicante,
> senza poter più cambiare, non serva a
> nulla, un quesito inutile, perché è
> inutile per sanare i mali della giustizia
> la divisione della carriera, il voto, Sì o
> No, è del tutto indifferente.

Non sono d'accordo. Sebbene anche il giudice Giovanni Falcone si fosse espresso favorevolmente alla separazione delle carriere https://www.filodiritto.com/giovanni-falcone-e-la-separazione-delle-carriere-magistratura (lui, che insieme con Paolo Borsellino furono prima giudici istruttori, poi pubblici ministeri) personalmente vedo in questo referendum un'azione politica /contro/ la magistratura, stante il fatto che tra i promotori ci sia il famoso segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini, alleato politico dell'ancor più famoso signor B. che per anni ci ha ammorbati con le proprie invettive contro i 'giudici comunisti'. Quindi sì, la soluzione proposta da questo referendum è effettivamente priva di conseguenze positive per 'sanare i mali della giustizia'; tuttavia il pronunciamento negativo avrebbe al contrario un preciso valore politico, che giustificherebbe il voto negativo.

2. Il quinto quesito (scheda verde) per abolire l'obbligo di presentare la candidatura dei magistrati al CSM con una lista con almeno 25 presentatori.

> a sostenere, e a imporre, le candidature -
> abbiamo saputo, con sconcerto, da alcuni
> magistrati "pentiti" - sono sempre state
> le potentissime "correnti".

Innanzi tutto, anche questo referendum non renderebbe la giustizia più 'giusta': il CSM è l'organo di governo autonomo della magistratura italiana ordinaria, perciò se davvero ci fossero problemi nel Consiglio, sarebbe bene che il Consiglio stesso trovasse la soluzione. Di presso: secondo me, un problema è la mentalità maschilista: ancora oggi, dopo più di cinquantanni dall'ingresso in magistratura delle donne, la componente femminile all'interno dell'organo di autogoverno della magistratura non ha ancora acquisito un ruolo numericamente rilevante.

Quanto allo sconcerto. A parte che il paese intero (dal Parlamento al Governo, dalla RAI ai sindacati) è influenzato da tutte le correnti possibili e immaginabili, e nessuno se ne dà affatto pensiero. Tuttavia, i membri del CSM (a parte il Presidente della Repubblica che vi partecipa di diritto, poi il Primo Presidente e il Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione) sono eletti per i due terzi da tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti a tutte le componenti della magistratura (membri togati, sedici: due sono giudici di Cassazione, quattro sono magistrati requirenti, dieci sono giudici di merito) e per un terzo dal Parlamento riunito in seduta comune tra i professori universitarî in materie giuridiche e avvocati che esercitano la professione da almeno quindici anni (membri laici, otto).

Ora, perché i membri eletti non dovrebbero rispettare le correnti di pensiero presenti nella magistratura? Sarebbe come dire che in un Collegio, in un Ordine Professionale, in un condominio, in un qualunque consesso fosse vietato esprimere le opinioni della maggioranza dei componenti. Tanto più che sedici membri significa sedici correnti, praticamente ogni corrente sarebbe rappresentata nel Consiglio; se poi proprio una corrente fosse talmente minoriaria da rimanere sotto la sedicesima posizione forse sarebbe anche giusto che prima riuscisse a ottenere maggior seguito.

Di presso: quale sarebbe la soluzione, l'estrazione a sorte? Sinceramente mi sembra peggiore del 'male' attuale. Una siffatta soluzione sarebbe un'accusa manifesta di totale incapacità d'autogestione nei confronti dei giudici che mi sembra faccia il paio con la proposta precedente, cioè di sminuirne la figura, l'intelligenza, l'onestà intellettuale.

Cordialmente.

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