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giovedì 14 aprile 2022

Sulle responsabilità politiche degli Stati Uniti

Pubblicato qui: https://www.facebook.com/Salvobomber85/posts/328758129352558?comment_id=328924849335886 .

Mi astengo dal commentare la figura di Vladimir Vladimirovič Putin, che considero un (definizione solo apparentemente contraddittoria) 'dittatore democratico'.

> "Non posso e non voglio credere
> che gli americani lavorino a un
> prolungamento della guerra. Dirlo
> è grave.

Come se "gli americani" non l'avessero mai fatto.
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Negli anni Sessanta e Settanta si verificarono frequenti colpi di stato che in Argentina, Brasile, Cile, Uruguay e in molti altri Paesi del Centro e del Sudamerica portarono al potere capi militari e violente dittature. Gli oppositori dei regimi furono torturati, condannati a morte senza processo, fatti sparire nel nulla: https://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Condor .
Donald Rumsfeld, ex politico statunitense attivo proprio in quegli anni, in un'intervista confermò le responsabilità (pesantissime) degli Stati Uniti nell'istaurazione delle dittature nei paesi latinoamericani, ma le giustificò in quanto volte a contrastare le politiche "comuniste" di quei luoghi (in realtà molto spesso si trattava di politiche sociali, vedi Salvador Allende in Cile: https://it.wikipedia.org/wiki/Salvador_Allende , regolarmente e democraticamente eletto nel partito /socialista/, quindi neanche comunista).
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Rumsfeld fu Segretario della Difesa sotto l'amministrazione del presidente Gerald Ford dal 1975 al 1977 e successivamente sotto quella di George W. Bush dal 2001 al 2006.
Teorico della "guerra preventiva" cara all'ala neocon del Partito Repubblicano, Rumsfeld è noto soprattutto perché, dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, ebbe un ruolo fondamentale nell’ingresso in guerra degli Stati Uniti dapprima in Afghanistan quello stesso anno – e sappiamo tutti com'è andata a finire, poi in Iraq, nel 2003. Non solo fu responsabile dei piani strategici di entrambe le invasioni, ma ne fu uno dei più convinti sostenitori, e assieme ad altri importanti funzionari come il vicepresidente Dick Cheney ebbe una grande influenza nello spingere l’amministrazione Bush verso entrambi i conflitti. Rumsfeld ignorò volutamente i rapporti dell’intelligence americana e di altri organi internazionali che sostenevano che l’Iraq non possedesse armi di distruzione di massa – tant'è che la guerra fu avviata /senza/ l'autorizzazione dell'ONU, e assieme al resto dell’amministrazione Bush si affidò a informazioni lacunose e in parte false per convincere il pubblico americano che l’invasione dell’Iraq fosse necessaria per garantire la sicurezza nazionale.
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Secondo un rapporto del Senato statunitense, Rumsfeld approvò un programma di "tecniche di interrogatorio aggressive" nel 2002, rendendosi responsabile di torture e gravi violazioni dei diritti umani commessi nella prigione di Abu Ghraib, nel campo di prigionia di Guantánamo e in altri centri di detenzione segreti all'estero, dove il governo statunitense aveva recluso migliaia di sospetti fermati nel'ambito della guerra al terrorismo.
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Il 14 novembre del 2006 una ventina di associazioni per la difesa dei diritti umani, rappresentati dall'avvocato tedesco Wolfgang Kaleck, citarono Rumsfeld ed altri funzionari degli Stati Uniti presso la Corte Federale di Giustizia per crimini di guerra.
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Hai detto bene, caro Beppe 'Funghetto' Severgnini: non vuoi credere. Perché sai benissimo come stanno le cose – le so io che sono nessuno, figurati quante ne sai tu che sei un giornalista di lungo corso; quindi ciò che dici (e fai, e sei) è una tua precisa scelta politica, ideologica ed economica.

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