Tuareg

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mercoledì 10 aprile 2019

Il valore della sconfitta

Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.
Alla sua gestione.
All'umanità che ne scaturisce.
A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati.
A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
È un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Pier Paolo Pasolini

martedì 9 aprile 2019

Razionalista o teologo?

Chi vuol essere razionalista dev’essere un filosofo, e come tale emanciparsi da ogni autorità, andare avanti e non lasciarsi spaventare da nulla. Se invece si vuol essere un teologo bisogna essere coerenti e non abbandonare il fondamento dell'autorità, nemmeno quando essa ci obbliga a credere ciò che non si può capire. Non si può servire due padroni: dunque o si serve la ragione o la Scrittura. Juste milieu [trad. giusto mezzo] significa qui mettersi a sedere [scegliendo] tra due sedie. Si tratta o di credere o di filosofare.
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena II