Tuareg

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domenica 28 ottobre 2012

Da un ex "choosy boy"

Inviato a: http://choosysaraitu.tumblr.com/
Egregia Signora Dottoressa Onorevole Elsa Fornero,
ho quarant'anni, oggi sono assistente tecnico in un Liceo Scientifico. Perché Le scrivo?
 * Perché prima di essere assunto, anch'io mi adattai a fare alcuni lavori saltuarî - i miei genitori si erano separati: benzinaio, commesso di copisteria, garzone di pizzeria. Ora, a parte che oggi questi lavori minori sono dati quasi solo agli stranieri, perché poveri e irregolari; in ogni caso, sono tutti rimasti casi isolati, nessuno mi ha assunto successivamente perché avessi "esperienza nel settore";
 * perché sei mesi dopo che fui assunto dal Ministero, avvenne un fatto che sconvolse l'Italia intera: l'inchiesta Mani Pulite. Fu così che scoprii che mentre io mi dibattevo a studiare e lavorare, tanti e tanti nominativi mi avevano misteriosamente sorpassato in graduatoria; e che quell'anno, che coincidenza!, gli uffici del Provveditorato stranamente fecero le cose secondo le regole, e io fui finalmente assunto;
 * perché dopo essere stato assunto, vuoi per la separazione dei miei genitori, vuoi perché l'Università ha via via cancellati i corsi per i lavoratori (grazie, ben gentili!), ho dovuto rinunciare al corso di laurea.
Tuttavia, oggi mi sento realizzato. So che ho ottenuto tutto ciò di cui avevo diritto, so che posso parlare di me con orgoglio, so che devo dire grazie solo a me stesso; e a mia madre, che prima mi ha educato all'onestà, poi mi ha sostenuto quando avevo bisogno; e oggi, mi ricorda ancora che «fa freddo, mettiti la maglia di lana».
Quanto allo stipendio, quanto al lavoro, quanto alla carriera; le lascio a chi crede che siano più importanti dell'amor proprio. Ho pochi soldi, mi posso permettere solo uno scooter, le banche mi rifiutano il credito, non ho amici che contano né parenti importanti; sì certo, ma sono ricco di dignità. A me basta questo. Mi consenta di abbracciare e augurare «in bocca al lupo» ai giovani disoccupati, "choosy", difficili, esigenti, viziati come fui io.
Stefano

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